PRESAGIO TRISTE – Banana Yoshimoto

Per quanto il Giappone mi piaccia ho avuto solo brutte esperienze con la letteratura giapponese e tutte e due dono dovute a libri di Murakami Haruki. Kafka sulla spiaggia (2002), il primo che ho letto, mi aveva lasciato poco soddisfatta e Norvegian Wood (1987) non sono neanche riuscita a finirlo. Ho comunque pensato di dare una seconda chance alla letteratura giapponese dando però spazio ad un’altra autrice: Banana Yoshimoto. Avevo sentito parlare di lei molto spesso, in quanto si tratta di una delle scrittrici più famose della letteratura nipponica, ma non avevo letto niente. Qualche mese fa in libreria mi è caduto lo sguardo su Presagio Triste (1988) e la trama mi aveva incuriosito. Dopo essermi informata di più ho deciso di leggere questo libro.

Penso che Presagio triste sia uno di quei libri per cui è difficile fare una sinossi, per il semplice fatto che il fulcro di questo libro non è tanto quello che accade, quanto piuttosto i personaggi e come questi vivono quello che succede. Tuttavia, se dovessi spiegarlo, dire che si tratta della storia di Yayoi, ragazza di diciannove anni, che approfondendo la conoscenza della zia riuscirà a scoprire molte cose su di sé. Ad ogni modo la cosa veramente importante è quello che i personaggi provano e le riflessioni che hanno. La narrazione è fatta di continui salti temporali nel passato della protagonista, questi salti possono causare qualche confusione all’inizio, se non ce li aspettiamo, anche per il fatto che vengono a crearsi delle situazioni simili nelle due linee temporali, quindi risulta facile fare confusione. L’altro punto forte di Banana Yoshimoto sta nel fatto di creare delle atmosfere che sembrano fatate. Abbiamo la continua impressione di trovarci dentro qualcosa che assomiglia più ad un sogno che ad una vicenda reale e questo è un elemento che ho molto apprezzato. Questa aura quasi onirica circonda non solo i posti, ma anche le persone che vi abitano che sembrano poco reali me che sono molto affascinanti.

Il tema centrale è la morte e il riuscire a scoprire quello che si è attraverso il passato. Presagio triste è infatti la storia di Yayoi che si sente come se qualcosa non andasse bene nella sua vita, come se mancasse qualcosa. Questa convinzione le viene rafforzata dal fatto che non riesce a ricordare nulla del suo passato e, nonostante alcune persone pensino che si tratta di qualcosa di naturale, per Yayoi c’è un motivo molto più profondo. In effetti scopriamo già dalle prima pagine che Yayoi non è una ragazza come le altre, per il fatto che, almeno da bambina, risultava avere una sensibilità molto superiore rispetto agli altri che le permetteva di capire cose che gli altri non potevano neanche intuire. Tuttavia la componente sovrannaturale non ha un ruolo così fondamentale come si potrebbe pensare dalla quarta di copertina, pur essendo alla base del titolo.

Un altro personaggio centrale per la vicenda è quello della zia di Yayoi, Yukino, che risulta essere fuori dall’ordinario: mangia e dorme come vuole, inoltre la casa è in continuo disordine e non si preoccupa minimamente di metterla in ordine. Proseguendo nella vicenda capiremo poi come in realtà questo comportamento sia la conseguenza di qualcosa di molto più profondo e radicato nei suoi ricordi di quanto possa apparire.

In conclusione penso che Presagio triste sia una favola delicata e nostalgica, che con i suoi personaggi e la sua continua atmosfera onirica riesce a trasportarci in una vicenda che ha poco di reale, ma che risulta essere meravigliosa e delicata per questo.

Una favola delicata e nostalgica.

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