Rosemary’s baby – Ira Levin

Il mio approfondimento del genere horror continua, e questa volta ho deciso di dedicarmi ad un libro uscito negli anni ’60 ed è diventato molto famoso grazie anche all’omonimo adattamento cinematografico ad opera di Roman Polanski. In realtà questa “recensione” sarà breve, perché ho poche cose da dire.

Ho trovato questa lettura molto piacevole e rapida. Lo stile di scrittura è molto semplice, ci si concentra principalmente sull’azione che sull’introspezione e per questo motivo abbiamo anche dei personaggi che non sono eccessivamente approfonditi. Tuttavia, questo stile essenziale, aiuta molto ad avere una narrazione veloce che risulta essere molto importante per questo genere di storie. La lettura è stata altalenante, alcuni punti sono noiosi, mentre in altri succede molto in pochissime pagine. Nonostante questo la storia è interessante e piano piano ci rendiamo conto di come la protagonista sia in trappola, circondata solo da persone di cui non si può fidare. Questo è stato l’aspetto che mi è interessato di più, anche se avrei preferito un approfondimento maggiore rispetto a quello che ha avuto. Alcune emozioni, provate da vari personaggi, possono solo essere intuite dal lettore, ma non capite pienamente. Sono ancora insicura per quanto riguarda il finale. Da un punto di vista mi aspettavo di più, una volta finito ero convinta che mancassero effettivamente delle pagine alla fine della storia, dall’altra ho apprezzato il finale aperto. Tuttavia il finale è troppo affrettato, non riuscivo a capacitarmi del fatto che fosse finito in quel modo, anche perché non si tratta di un finale “chiaro” (come già detto, non pensavo che quella fosse effettivamente la fine), sembrava che qualcosa dovesse ancora accadere.

In conclusione è una lettura molto breve e leggera, perfetta se si vuole leggere qualcosa di horror non troppo impegnativo. Si tratta inoltre di un classico di questo genere, che quindi è fondamentale per chi volesse approfondire il genere, anche per vedere come alcune cose sono cambiate nel tempo. Nonostante questo ho avuto la costante impressione che si potesse fare di più e che la storia, come anche i personaggi, risenta molto di uno stile asciutto.

 

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