MADAME BOVARY – Gustave Flaubert

* Dal momento che questa recensione parla di un classico do per scontato che la trama sia conosciuta a molti e quindi saranno presenti molti spoiler. *

Ed eccomi qui con un altro classico. Non mi ricordo se l’ho detto precedentemente nel mio blog, ad ogni modo i classici mi interessano sempre molto. Mi incuriosisce leggere un libro che è stato letto da tanti e che è di riferimento all’interno della letteratura di una lingua. Madame Bovary, come molti altri, è un libro che da molto era nella mia lista di libri da leggere e dato che mia sorella me lo ha regalato a Natale è stato praticamente il primo libro che ho letto nel 2015.

La storia comincia facendoci conoscere Charles Bovary, un ragazzo che viene costretto dalla madre a compiere gli studi di medicina e che, dopo essersi laureato si trasferisce in un paesino di provincia per svolgere la professione medica. Poco dopo la morte di sua moglie conosce e si innamora di Emma, la figlia di un suo paziente, e non passa troppo tempo prima che i due decidano di sposarsi. Da questo punto tutta l’attenzione del romanzo viene rivolta al personaggio di Emma Bovary che vede svanire dopo poco l’interesse e l’eccitazione per la vita coniugale. Il resto del romanzo è caratterizzato dalla sua volontà di evadere dalla quotidianità, una ricerca che però non la porterà a niente di buono.

La prima cosa che devo dire è che questo libro non mi è piaciuto. Come prima cosa non ho apprezzato che la storia ruotasse completamente attorno alla noia della vita di Emma.  È come se la sua noia si fosse trasferita su di me e quindi è stato noioso leggere questo romanzo. Quello che fa andare avanti la storia è la volontà di Madame Bovary di portare qualche cambiamento significativo nella sua esistenza, anche se questi tentativi non vanno mai bene. Inizialmente cerca di tenersi aggiornata con quelle che sono le mode della capitale, poi vuole farsi un’amante, infine porta tutta la sua attenzione verso la religione, cosa che la porta quasi a diventare una fanatica. Tuttavia, quello che Flaubert è riuscito a descrivere benissimo è come i sentimenti della sua protagonista siano intensi ma poco duraturi e, in maniera più generale, il declino e il cambiamento dei sentimenti umani che accomunano tutti. Il primo esempio che mi viene in mente è la passione che Emma ha per la lettura, perché è un modo con il quale può sfuggire al mondo in cui vive, questo è un sentimento comunque a molte persone e, anche se non viene sempre realizzato con il mezzo della lettura. I romanzi che legge sono centrali nella formazione del personaggio che quindi si aspetta di vivere una vita piena di quelle passioni che sono presenti nei suoi libri preferiti.

Sempre parlando delle emozioni che poi si affievoliscono è interessante vedere come evolve la passione che Madame Bovary ha per Léon, una passione che diventa fortissima appena lui se ne va per sempre, ma che svanisce in maniera graduale:

“Eppure le fiamme si placarono, sia che il combustibile venisse meno, sia che proprio il combustibile, per eccesso, le avesse soffocate. L’amore a poco a poco svanì per colpa dell’assenza, il rimpianto fu sopraffatto dall’abitudine; e su qual bagliore d’incendio che imporporava il suo pallido cielo, ombre si andarono addensando e lentamente lo inghiottirono.” [p. 139]

Come già accennato Madame Bovary si fa degli amanti, questi rappresentano quello che ha sempre sognato ed entrambi sono in netto contrasto con suo marito. Uno di questi, Rodolphe Boulanger, è il personaggio che meglio di tutti riesce a capire fin da subito l’identità di Madame Bovary, inquadra immediatamente il motivo della sua infelicità e sa immediatamente quali corde toccare, quali frasi dire per poter farla cadere ai suoi piedi. Tuttavia questo tentativo di farla diventare la sua amante non deriva da un sentimento di affetto che lui nutre per lei.

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Il marito di Emma è l’opposto dei due uomini che lei frequenta di nascosto, è un uomo molto fedele, per la quale prova un grande amore, ma allo stesso tempo è cieco e non riesce a capire cosa stia succedendo alla moglie e quale sia il motivo del suo malessere. È un individuo sciocco che non riesce a guardare più in là di quello che prova e che non riesce a capire cosa sta succedendo accanto a lui. La sua unica certezza è l’amore che prova per la moglie, ma non capisce che questo sentimento non è ricambiato da lei. Più volte spinge la moglie verso le braccia dell’amante di turno e mai se ne rende conto. Solamente alla fine del romanzo, mentre piange la morte di lei, trova le prove del suo adulterio e non può più fare finta di niente, ma questa rivelazione lo porteranno alla morte, perché è un colpo inaspettato e troppo duro da superare.

Infine devo parlare di Madame Bovary, uno dei personaggi più odiosi che abbia mai trovato in un libro. Risulta essere una persona estremamente egoista, durante tutto il romanzo non abbiamo praticamente mai dei momenti in cui si fa accenno ai sentimenti per qualcosa o qualcuno. L’unica cosa che le interessa è la sua felicità. Anche quando si fa l’amante risulta chiaro che il rapporto è portato avanti solamente perché lei vuole una vita più avventurosa, e non tanto per i veri sentimenti che prova per quell’uomo. Quando è con Léon cerca di cambiare il suo modo di fare e si aspetta da lui un certo comportamento, sembra non preoccuparsi mai di fare lei qualcosa per lui:

“Volle che si vestisse tutto di nero e si lasciasse crescere un pozzetto su mento, per assomigliare al ritratto di Luigi XIII. Volle vedere il suo alloggio, lo trovò mediocre. Lui arrossì, lei non ci fece caso, poi gli consigliò di comprarsi delle tende come le sue, e poiché lui obiettava sulla spesa:

«Ah, ci tieni ai tuoi amati scudi!» gli disse ridendo

Ogni volta Léon doveva dirle per filo e per segno tutto quello che aveva fatto dopo l’ultimo convegno. Lei pretese dei versi, dei versi scritti per lei, una lirica d’amore in suo onore. Lui non la spuntò  mai con la rima del secondo verso, e finì per copiare un sonetto da un keepsake.” [p. 305]

Questo egoismo giunge al limite verso la fine del romanzo, quando lei cerca di far leva sui suoi due amanti per avere un aiuto finanziario che potrebbe impedire il pignoramento della sua casa. Questo aiuto non viene e non c’è da stupirsene, anche i due amanti non l’hanno mai amata veramente e la cosa appare chiara alla fine del romanzo, quando la notte dopo il suo funerale i due dormono beatamente mentre solo due persone, il marito e Justin, piangono per lei. Tornando al discorso del pignoramento, lei e il marito sono arrivati a questa condizione per colpa di Emma, lei voleva circondarsi di tutti i lussi possibili anche quando appariva chiaro che si trattava di uno stile di vita che il marito non poteva permettersi. Madame Bovary è estraente miope e quel che è peggio è che neanche pensa a poter fare qualcosa, ha la certezza che tutto le sia dovuto. Continuando a parlare del suo egocentrismo e ad una delle situazioni in cui questo si manifesta, si può pensare a quando è a teatro, dove la storia che vede rappresentata le interessa solamente perché lei ci si rivede, e rivive gli attimi più significativi della sua vita, come il matrimonio, l’amante etc. Quello che inoltre accade durante questa scena, è che Emma si accorge che le passioni che aveva letto nei libri e che aveva tanto cercato, senza riuscirci, bella vita reale, non sono vere, ma sono frutto dell’arte che le abbellisce:

“Ormai conosceva la miseria delle emozioni che l’arte enfatizzava. Sforzandosi dunque di distoglierne il pensiero, Emma non voleva più vedere in quella riproduzione dei sui dolori se non una fantasia plastica buona per il piacere degli occhi, e anzi arrivava a sorridere dentro di sé di pietà e di disperazione quando, sul fondo della scena, sotto la portiera di velluto, comparve un uomo dal mantello nero.” [p.249]

Infine, l’ultimo vero atto di egoismo è il suicidio che compie alla fine, perché non pensa alle conseguenze, lascia il marito da solo, poco dopo la morte del padre di lui, con la casa che deve essere pignorata e con una figlia da crescere. Finendo il discorso su Emma (poi giuro che ho finito!) non ho apprezzato il fatto che lei fosse così poco indipendente, sembra che l’unico modo per poter raggiungere la felicità sia attraverso la relazione con un uomo, non viene dato minimo spazio all’idea che una donna possa essere artefice della propria felicità.

Parlando ora dei temi trattati devo dire che sono molti, il principale penso sia la disillusione nel momento in cui ci rendiamo che la realtà non è come l’avevamo sempre immaginata. Questo è sostanzialmente quello che succede ad Emma, lei ha passato tutta la prima parte della sua vita, in cui non era sposata, a pensare quanto sarebbe stato bello l’amore a come sarebbe stata bella la vita da moglie, ma poi si rende conto che quello che ha in realtà è noioso e ben lontano dai suoi sogni. Da questo punto di vista penso che il messaggio che si possa carpire da questo romanzo è quello di accontentarsi di quello che si ha ed evitare di cambiare le cose ad ogni costo, perché si finisce solo per rovinare quello che diamo per scontato. Abbiamo poi altri temi che sono meno centrali, come la difficoltà nel capire una persona che veramente amiamo o anche la difficoltà dei rapporti familiari, in particolare quello tra madre e figlio. Altro tema centrale è il vivere in un luogo che ci sentiamo stretto, in fin dei conti è questo che manda avanti la storia e che aumenta la frustrazione di Emma Bovary per la vita che sta vivendo. In particolare Flaubert si concentra sulla vita di provincia, dipingendo un ambientazione e personaggi che risultano essere molto realisti, benché Flaubert cerca di allontanarsi dal realismo di Balzac a cui è stato paragonato per lo stile di alcuni romanzi.

Lo stile di Flaubert non mi è piaciuto, in alcuni mi è sembrato un po’ confusionario (magari è colpa mia o della traduzione italiana) e non mi sono piaciuti minimamente i personaggi. Da questo punto di vista mi viene da fare il paragone con Jane Austen perché nei suoi romanzi mi sono sempre innamorata se non di tutti i personaggi di molti e trovo magnifico il modo con cui ti il sentimento di affetto per i personaggi di Jane Austen venga alimentato gradualmente e fatto maturare in maniera naturale.

In conclusione devo dire che sono rimasta delusa da questo romanzo (in caso non si fosse capito!). Oltre al modo veritiero e realistico con cui Flaubert ha parlato del cambiamento repentino delle emozioni e delle passioni umane non o trovato nessun elemento che potesse affascinarmi. Forse non mi è piaciuto proprio per il fatto che Flaubert critica quelli che sono gli ideali romantici, ma sicuramente una delle cose che non mi ha permesso di apprezzare questo romanzo è il personaggio di Emma Bovary.

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Madame Bovary, Gustave Flaubert, Oscar Classici pubblicato da Mondadori, 2014

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