RAGIONE E SENTIMENTO – Jane Austen

Dopo la grande rivelazione che Orgoglio e pregiudizio (1813) è stata per me, mi sembrava d’obbligo leggere anche Ragione e sentimento (1811). Anche questa volta non sono rimasta assolutamente delusa. Ho letto solamente questi due romanzi di Jane Austen, ma ho veramente intenzione di leggerne altri. Per alcuni aspetti Ragione e sentimento ricorda molto Orgoglio e pregiudizio: anche in questo caso abbiamo due sorelle come protagoniste, gran parte del romanzo ruota attorno alla loro vita amorosa e in entrambi i casi abbiamo un lieto fine. Tuttavia, nonostante le due somiglianze, i romanzi hanno naturalmente delle differenze che li rendono unici. Ragione e sentimento è il primo vero e proprio romanzo dell’autrice, che scrive la prima stesura nel 1794. Inizialmente era un romanzo epistolare, ma successivamente la Austen decide di raccontare la vicenda in terza persona, pur mantenendo alcune lettere nella versione finale.

Come già detto, la trama ruota attorno alle sorelle Dashwood, che dopo essersi trasferite nel Devonshire con la madre e la loro sorella minore, hanno un lungo soggiorno a Londra, dove i rapporti che sono nati e maturati a casa si evolvono notevolmente. Elinor e Marianne sono infatuate di due giovani, con i quali tutto sembra andare per il meglio, ma quando le due si trovano a Londra molte cose accadono e le due vengono a conoscenza del passato di questi due uomini che non è limpido e innocente come loro pensavano. La vita a Londra è piena di persone da incontrare e avvenimenti che andranno a sconvolgere, sia in maniera positiva che negative, la vita delle due ragazze.

Quello che risulta veramente interessante nel romanzo sono le due sorelle che, con il loro comportamento diametralmente opposto, ci mostrano in che modo persone diverse reagiscono a quello che gli succede.  Il titolo del romanzo è palesemente, e questo emerge già dalle prime pagine, un chiaro riferimento alle due protagoniste, tanto che nella prima stesura il titolo era proprio Elinor e Marianne.

La ragione 

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Elinor, la sorella maggiore, rappresenta la ragione. Senza dubbio lei è il mio personaggio preferito, il suo comportamento è freddo e consono alla situazione. Cerca sempre di non mostrare apertamente le sue emozioni o per non ferire le persone a cui vuole bene oppure per non dare soddisfazione a chi cerca di provocarla. Tuttavia, questo comportamento, può sembrare troppo freddo alcune volte e si ha quasi l’impressione che i sentimenti che nutra per qualcuno non siano in realtà così profondi anche se non è così. Sono molteplici le situazioni in cui prova a mascherare quello che pensa, cercando anche di nascondere e di rimediare agli errori della sorella che invece, non facendo caso a quello che dice, non si preoccupa di poter mostrare troppo quello che pensa.

Marianne restituita alla vita, alla salute, agli amici e all’amorevole madre era un’idea che le riempiva il cuore di una sensazione di squisito conforto che si espandeva alla fervida gratitudine; ma non portava nessuna dimostrazione esteriore di gioia, nessuna parola, nessun sorriso. Nel suo cuore era tutta soddisfazione, silenziosa e forte

Questa capacità di nascondere le emozioni, di essere forte quando gli altri ne hanno bisogno, rende Elinor un personaggio femminile degno di nota e rispetto.

Il comportamento freddo di Elinor è lo stesso di un altro personaggio maschile che troviamo nel romanzo e che andrò poi ad avere un ruolo importante nella vicenda.

Lui, nel frattempo, qualsiasi cosa provasse, agì con tutta la fermezza di una mente padrona di sè, fece ogni preparativo necessario con la massima urgenza e calcolò con esattezza il tempo in cui Elinor avrebbe potuto aspettarsi il suo ritorno.

I due si completano a vicenda e questa affinità di comportamento andrò ad essere la forte base della loro unione.

Il sentimento 

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Dall’altro lato abbiamo Marianne il suo atteggiamento è completamente opposto a quella della sorella. È una ragazza sognatrice, romantica, che per nessun motivo al mondo sente l’obbligo di dover nascondere quello che pensa o quello che prova. Il suo modo di pensare, le sue idee sull’amore la mostrano come una ragazzina ancora piccola e poco matura per capire veramente come sia la vita. Durante il romanzo Marianne è il personaggio che si evolve maggiormente, alla fine rinuncia ad alcune delle sue idee sull’amore e accoglie un matrimonio che, benché non sia stato desiderato ardentemente, si rivela la scelta migliore. Tuttavia, anche se questa decisione più matura sembra provenire da un’influenza della sorella, è comunque importante sottolineare come la realizzazione avvenga comunque secondo i caratteri della natura di Marianne:

Marianne non poté mai amare a metà, e il suo intero cuore divenne col tempo devoto al marito quando lo sarebbe stato con [non metto il nome per evitare spoiler].

Le due sorelle e il loro rapporto sono gli elementi più importanti di tutto il romanzo e sarebbe sbagliato dire che soltanto Marianne è maturata dalle situazioni che ha visto e dall’influenza della sorella, anche Elinor, infatti, alla fine, ha un comportamento meno rigido dell’inizio, che manifesta l’influenza della sorella. Le sorelle Dashwood si sostengono a vicenda e appare chiaro che nessuna delle due potrebbe stare senza l’aiuto dell’altra.

Penso che una delle differenze sostanziali tra Ragione e sentimento e Orgoglio e Pregiudizio sia la presenza nel primo di personaggi più cattivi, e quindi più realistici, rispetto al secondo. Anche se in alcuni casi tale malvagità è solo il frutto di fraintendimenti, in Ragione e sentimento ci viene mostrata una faccia della società ottocentesca inglese che Orgoglio e pregiudizio nasconde meglio. Comunque, in entrambi i romanzi abbiamo il lieto fine che, benché possa essere diverso da quello che ci si è aspettati dall’inizio, risulta essere di conforto per il lettore che vede le sue eroine finalmente al sicuro e felici.

In conclusioni, questo romanzo è affascinante e piacevole di leggere come Orgoglio e pregiudizio. Penso sia un’ottima lettura per tutti, il fatto che parla di due giovani donne non può impedire, a chi non apprezza questo genere di intreccio, di godersi pienamente il romanzo. Anche se meno conosciuto rispetto Orgoglio e pregiudizio, che risulta essere più approfondito per quanto riguarda alcuni aspetti, è un classico che tutti dovrebbero leggere.

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Note:

Le illustrazioni sono di Hugh Thomson.

Link alla recensione di Orgoglio e pregiudizio: https://antrodellibro.wordpress.com/2014/09/10/orgoglio-e-pregiudizio-jane-austen/

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