LA METÀ OSCURA – Stephen King

 

Genere: horror

Pagine: 539

Anno di pubblicazione: 1989

Pur essendo in piena sessione estiva sto cercando di dedicare del tempo alla lettura e ho deciso di approfondire uno scrittore che mi piace molto: il Re. Il libro che questa volta ho letto è stato “La metà oscura”, libro horror del 1989.

La trama è relativamente semplice: Thad Beaumont, giovane scrittore non troppo famoso, decide di abbandonare per sempre lo pseudonimo di George Stark, che invece ha una fama notevole. Successivamente alla sepoltura, metaforica e letterale con un articolo di People, di George Stark, questo decide bene di vendicarsi con l’uomo che lo ha creato. Anche qui non mi dilungo sulla trama per evitare spoilers.

In questa recensione mi soffermerò brevemente solo su tre aspetti che mi hanno particolarmente colpito del libro. Il primo è il fatto che, benchè la storia venga narrata in terza persona, Stephen King ha pensato ad un modo interessante per alternare alla narrazione in terza persona il punto di vista dei vari personaggi. In questo modo si compensa la carenza data dalla descrizione degli eventi da una persona esterna ai fatti e si riesce a coinvolgere molto di più il lettore.

La seconda cosa che è mi è piaciuta veramente tanto sono gli uccelli. Gli uccelli entrano nella narrazione fin dalle prime pagine, ma fino alla fine il lettore non riesce a capire perchè ci sono e quale è il loto significato. Soltanto nelle ultime pagine questo enigma viene svelato. Personalmente adoro quando c’è un elemento che accompagna tutta la narrazione e che alla fine, grazie a ciò che succede e alla maturazione del lettore, il suo significato viene chiarito.

In fine abbiamo un argomento che non potevo non prendere inconsiderazione in questo romanzo: lo scrivere sotto pseudonimo. King stesso ha scritto per un periodo sotto lo pseudonimo di Richard Bachman e in questo libro troviamo quelle che sono anche le riflessioni stesse di King sullo scrivere sotto falso nome.

In questo romanzo c’è stata solo una cosa che non mi è piaciuta, ovvero il fatto che in alcuni punti la narrazione viene rallentata dalle descrizioni. Questa è una cosa che si nota particolarmente quando c’è un dialogo tra due personaggi in cui a una riga di conversazione se ne alternato tre di descrizione. Capisco la necessità di spiegare bene la situazione, ma secondo me questi “approfondimenti” della scena rendono la narrazione meno fluida.

Un’ultima cosa che sento di dover dire, è la presenza delle citazione. A pagina 187 c’è la frase “Polly vuole un craker” che si riferisce alla canzone dei Nirvana Polly. Le altre citazioni sono forse più nobili, perchè fanno riferimento ad uno scrittore che personalmente amo: Edgar Allan Poe. A pagina 152 abbiamo la frase “Lo chiamerò il mio principio di William Wilson […]”, in cui il nome, William Wilson, è un riferimento all’omonimo racconto breve di Poe pubblicato nel 1839 per la rivista Graham’s Magazine. Infine a pagina 325 “un sogno dentro un sogno” è una citazione della poesia di Poe A Dream Within a Dream pubblicata nel 1849. Mi piace trovare riferimenti a cosa che conosco nel momento in cui sto leggendo un libro.

In conclusione devo dire che il libro mi è piaciuto, anche se forse da King mi aspettavo qualcosa di più. Nonostante un inizio molto avvincente la narrazione continua in maniera meno spedita e la trama è forse troppo semplice.

Voto: ●●○○○

 

 

 

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