Pian piano mi sto avvicinando sempre di più alla letteratura distopica e, dopo aver letto 1984 di George Orwell, ho ben pensato di leggere La fattoria degli animali. E’ da parecchio tempo che pensavo di leggere questo romanzo di Orwell, ma tutte le volte mi trattenevo perchè non ero sicura che il modo con cui Orwell aveva deciso di narrare la storia (ovvero usando l’immagina degli animali in una fattoria come metafora per parlare di un regime totalitario) mi sarebbe piaciuta. Invece, devo dire che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. La trama è molto semplice: in Inghilterra c’è la fattoria del Signor Jones, un giorno gli animali decidono di ribellarsi e riescono a cacciare il Signor Jones dalla fattoria. Inizialmente vengono scritti sette comandamenti che tutti gli animali devono rispettare, tra cui “quattro gambe buono, due gambe cattivo” e che gli animali non devono prendere delle abitudini tipiche degli uomini (come dormire nei letti, fumare, bere, uccidere altri animali etc…). In poco tempo i maiali prendono il potere della fattoria e lo fanno seguendo quelli che sono i classici passi che vengono fatti (e che sono stati fatti nella nostra storia) , quando qualcuno vuole prendere il potere in modo totalitario: viene eliminata la concorrenza, viene indicato un capro espiatorio che verrà incolpato sempre per tutto quello che non andrà bene, non cè libertà di opinione, si comincia una repressione violenta verso qualsiasi tipo di opposizione, c’è il controllo e il controllo delle informazioni. Questa storia di Orwell è molto originale, ma allo stesso tempo non fà altro che rendere palese quello che è successo in Europa con i grandi totalitarismi del Novecento. Il pregio di questa storia, infatti, è che essendo breve permette di vedere immediatamente e in modo anche palese come in un regime venga manipolata l’opinione pubblica. Ho trovato il finale particolarmente bello, perchè mi affascina il pensiero fortemente pessimista che Orwell vuole manifestare in questa opera.
TUTTI GLI ANIMALI SONO UGUALI MA ALCUNI ANIMALI SONO PIÙ UGUALI DI ALTRI.